LA RIFORMA BRUNETTA
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© 2010 | Data di Pubblicazione: 8 Gennaio 2010
La riforma Brunetta è entrata in vigore con l’approvazione del decreto legislativo 150/2009.Quest’opera - uscita con grande tempestività - affronta le sue ricadute all’interno di uno dei settori coinvolti, la sanità pubblica, con una disamin…
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Indice
1) Dal pubblico impiego al... pubblico impiego
2) L’accesso al lavoro e le progressioni di carriera
3) Il sistema premiante previsto dalla Riforma Brunetta
4) La riforma delle sanzioni disciplinari
5) Le assenze per malattia
Allegato 1 - Legge 4 marzo 2009, n. 15
Allegato 2 - D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 15
La riforma Brunetta è entrata in vigore con l’approvazione del decreto legislativo 150/2009.
Quest’opera - uscita con grande tempestività - affronta le sue ricadute all’interno di uno dei settori coinvolti, la sanità pubblica, con una disamina delle norme applicabili e della loro integrazione con leggi e contratti, esistenti e precedenti, e illustrando la parte demandata ai recepimenti regionali.
Tre sono le impressioni emergenti: la prima è relativa alla eccessiva centralizzazione delle disposizioni, la seconda è che sembra essere arrivata la fine del periodo di relazioni sindacali basate sulla "concertazione", per lo meno nel settore pubblico.
La terza è invece basata sulla continua taratura che la normativa opera, più che sul pubblico impiego generale, sul comparto dei ministeri.
Si ha, infatti, la sensazione che la riforma sia stata fatta avendo a mente proprio i ministeriali. Per tale motivo la sua lettura e la sua interpretazione, se calata in un contesto molto diverso, come quello della sanità aziendalizzata, non sempre risulta agevole.
Dopo anni di "privatizzazioni" del rapporto di lavoro sembra comunque essersi aperta la strada, con i dovuti distinguo, verso una nuova "ripubblicizzazione" del pubblico impiego.
Quest’opera - uscita con grande tempestività - affronta le sue ricadute all’interno di uno dei settori coinvolti, la sanità pubblica, con una disamina delle norme applicabili e della loro integrazione con leggi e contratti, esistenti e precedenti, e illustrando la parte demandata ai recepimenti regionali.
Tre sono le impressioni emergenti: la prima è relativa alla eccessiva centralizzazione delle disposizioni, la seconda è che sembra essere arrivata la fine del periodo di relazioni sindacali basate sulla "concertazione", per lo meno nel settore pubblico.
La terza è invece basata sulla continua taratura che la normativa opera, più che sul pubblico impiego generale, sul comparto dei ministeri.
Si ha, infatti, la sensazione che la riforma sia stata fatta avendo a mente proprio i ministeriali. Per tale motivo la sua lettura e la sua interpretazione, se calata in un contesto molto diverso, come quello della sanità aziendalizzata, non sempre risulta agevole.
Dopo anni di "privatizzazioni" del rapporto di lavoro sembra comunque essersi aperta la strada, con i dovuti distinguo, verso una nuova "ripubblicizzazione" del pubblico impiego.